Quant’è bello il collezionismo!
La maggior parte di noi colleziona qualcosa, ama andare alla ricerca dell’articolo particolare, insolito, in ogni caso mancante nella nostra raccolta e prova grande soddisfazione nell’acquistarlo, perché no, a un prezzo conveniente.
Quando, però, si parla di collezionismo d’arte, la situazione diventa più delicata.
Non soltanto le cifre in gioco potrebbero essere di grande rilevanza, ma per giunta il pericolo di acquistare un falso, con tanto di sorriso, è dietro l’angolo.
Il collezionista d’arte, dunque, non dovrebbe mai effettuare acquisti avventati, dettati solamente dal piacere estetico o da una sorta di connessione che sente con l’opera in vendita.
A meno che non sia egli stesso un fine conoscitore della storia dell’arte, il collezionista dovrebbe sempre rivolgersi a un esperto prima dell’acquisto
e questo dovrebbe preferibilmente essere uno storico dell’arte, al fine di avere una certa sicurezza circa l’acquisto che gradirebbe effettuare.
Non è infrequente che il collezionista d’arte scambi il prezzo relativamente basso di un’opera d’arte per un affare da prendere al volo. L’opera in questione potrebbe essere esteticamente molto gradevole, potrebbe anche sembrare conforme allo stile di quel determinato artista al quale l’opera è attribuita, ma il tranello del commerciante poco onesto è sempre in agguato.
Le opere d’arte false sono il pane quotidiano per un perito d’arte: si trovano falsi di ogni epoca in moltissime collezioni.

Pagare un presunto Boldini o un presunto Picasso (o qualsiasi altro nome medio-grande) a 2.000 € è un conto. Anche qualora il dipinto si dimostrasse un falso, infatti, il suo valore potrebbe essere quello d’acquisto in quanto copia, ma se, invece, il presunto Rothko l’avessimo acquistato a prezzo pieno? 5.000.000 € sono una cifra esorbitante e non possiamo rischiare di buttarla al vento per colpa di un acquisto incauto.
Questo discorso non vale solo per questi esempi limite, ma anche e soprattutto per opere dal valore più contenuto e proprio per questo meno controllate, meno certificate, più facili da falsificare senza che qualcuno se ne accorga. Si pensi a una pala d’altare cinquecentesca di media fattura, a una natura morta del Seicento non delle più raffinate o a un’aeropittura di qualche futurista di seconda linea. 10.000/20.000 € potrebbero bastare per accaparrarsi una di queste opere, in taluni casi anche meno. Queste sono cifre abbordabili anche per collezionisti non troppo assidui: è infatti il costo di un orologio di lusso entry level. A queste cifre potremmo portare a casa un’opera di assoluto rispetto, di qualità museale, che addirittura potrebbe essere ulteriormente valorizzata se selezionata per una mostra a tema.
Ma se l’opera non fosse autentica? Saremmo contenti di aver speso una cifra del genere per quella che comunemente viene chiamata una crosta? E, ne siamo ben certi, se il collezionista fai da te si spende in questo tipo di acquisti una volta, anche presso case d’asta rinomate, egli reitererà la pratica per arricchire la propria personale collezione acquisto dopo acquisto. La soddisfazione personale sarà tanta, la raccolta seguirà esattamente il gusto del collezionista, ma il rischio di possedere opere non autentiche o di possedere opere autentiche ma pagate quattro volte il loro prezzo di mercato è altissimo.

È per evitare tutto ciò che il collezionista più arguto si rivolge a un perito di opere d’arte e/o a un art advisor. L’occhio sensibile dell’esperto, la capacità di fare ricerca e la conoscenza del mercato sono fattori fondamentali in grado di evitare costose trappole, non sempre tese in malafede dal venditore, e in grado di indirizzare il collezionista verso lidi più sicuri, magari non considerati in precedenza ma altrettanto, e quasi sempre più, soddisfacenti. Il costo della consulenza dell’esperto è minimo rispetto al rischio di sperperare un patrimonio in opere prive di valore e al contempo è utile a garantire il massimo piacere nella quotidiana fruizione della nostra preziosa collezione.
Danilo Cardone