Realizzato su commissione di Bartolomeo III Arese per la decorazione di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, così come altre opere ora in Collezione Borromeo alle Isole Borromee sul Lago Maggiore, questo dipinto non è di facile interpretazione.
Il soggetto è criptico e l’analisi delle fonti non ha portato a risultati soddisfacenti. Si è soliti interpretare la figura seduta come quella di un avaro che conta i propri soldi mentre una donna alle sue spalle sta per sferrare un deciso colpo di pugnale contro di lui.
I modi generali dell’opera sono quelli propri della pittura barocca lombarda, e non è certo un caso visto che Ercole Procaccini il Giovane era in contatto diretto, tanto da condividere le commissioni, con artisti come Giovanni Stefano Danedi detto il Montalto. Ancora di più: è l’ultimo di una importantissima famiglia di pittori e la sua formazione avvenne proprio tra i dettami dello zio Giulio Cesare Procaccini e quelli del Cerano. Malgrado ciò, nella pittura di Ercole Procaccini il Giovane permangono importanti echi d’un manierismo che affiora sopratutto negli accostamenti in chiasmo di un paio di figure, come qui possiamo osservare con la donna con il pugnale e la figura alle sue spalle, sprecher per lo spettatore e al contempo rafforzativo per contrasto del gesto della donna protagonista della scena.